Avvenire prima parte

18 Giugno 2013  //  Senza categoria

PAN_4717È stato il giornalista Rino Tommasi a dare la più bella definizione del Torneo Avvenire, definendolo “Il torneo che non sbaglia mai un pronostico”. Storicamente seconda quanto ad importanza soltanto all’Orange Bowl di Miami, la gara riservata ai giocatori under 16, festeggerà nel 2014 la 50° edizione. Da sempre disputata sui campi del Tc Ambrosiano di Milano, l’Avvenire è vissuto ogni anno con grande curiosità da parte degli appassionati, a caccia di nuovi talenti, magari da rivedere qualche tempo più tardi tra i professionisti. Scorrendo l’albo d’oro sono tanti i nomi di prestigio che impreziosiscono un evento inconsapevolmente abile a proporre spesso giovani dal luminoso futuro: Barazzutti, Borg, Lendl, Cash, Edberg, Ivanisevic, Coria, Monfils, Del Potro, sono forse i vincitori più famosi in campo maschile, mentre Mandlikova, Martinez, Capriati, Hingis, le ragazze maggiormente note ad aver trionfato. Tuttavia sono molto di più quelli che non sono riusciti a scrivere il proprio nome sull’albo d’oro, diventando però successivamente altrettanto celebri e vincenti: Panatta, Noah, Gonzalez,Ferrero, Djokovic, Fognini, Cilic, Federer, Safin, Soderling, Goffin, tra i maschi; Sharapova, Schiavone, tra le femmine.

Cinquanta anni sono quasi il tempo di una vita, in cui molte cose cambiamo, persino a livello sportivo. Organizzare il Torneo Avvenire nel 1965, anno della sua nascita, in cui erano ammessi solamente tennisti italiani, doveva essere ben diverso rispetto ad oggi.

Nel 1969 è stata ammessa la partecipazione dei giocatori stranieri, primo passo verso una notorietà sempre crescente, con la conseguente necessità di proporre una diversa capacità organizzativa. Da semplice torneo per giovani di belle speranze, pensato da alcuni soci volenterosi, nel tempo si è arrivati a complesse esigenze, quali classiche internazionali, copertura televisiva e sul web, ospitalità per tutti gli atleti e i rispettivi coach, staff in grado di soddisfare qualsiasi richiesta da parte dei tennisti: tutto indirizzato verso una professionalità ogni anno più marcata.

È difficile quantificare quanto possa costare oggi un torneo del genere rispetto a mezzo secolo fa. La voce più rilevante riguarda l’ospitalità, infatti ogni giocatore ha diritto a vitto e alloggio fino al giorno dell’eliminazione, ovviamente insieme al proprio coach. Se consideriamo che i tabelloni dei singolari sono composti da 64 atleti, e quelli del doppio spesso da 32, la cifra risulta essere notevolmente alta. A questo va aggiunto il gruppo dei Referee designati dalla Federazione, che dirige tecnicamente il torneo, occupandosi della compilazione dei tabelloni e degli orari, e di tutte le problematiche riguardanti eventuali discussioni sui campi e fuori a proposito di regole e regolamenti. Inoltre è presente uno staff formato da segretarie, driver, addetti al bar e alla ristorazione, interpreti, incordatori e uomini dei campi, che per una settimana quasi non escono dal circolo!

Tolto questo consistente numero di persone, non dobbiamo scordare la preparazione dell’evento dal punto di vista delle strutture. Sul campo centrale vengono affittate e montate alcune tribune, montati gli striscioni pubblicitari degli sponsor, sistemati quasi completamente tutti i campi con un lavoro di manutenzione molto attento, e costruito un villaggio ospitalità per il pubblico e gli stessi giocatori. Una vera e propria trasformazione, che obbliga il club a cambiare faccia, mettendosi a disposizione delle giovani promesse e di chi li segue nel loro percorso sportivo.

A questo dobbiamo aggiungere due giorni dedicati alle qualificazioni, che sono state introdotte da meno di vent’anni, e all’inizio giocate in un circolo diverso. Inoltre gli sconfitti al primo turno possono iscriversi al torneo di consolazione, in modo da conquistare qualche punto per la classifica mondiale under 16, ma soprattutto per non restare inoperosi mentre i connazionali proseguono nel tabellone principale. Ormai la partecipazione straniera riguarda anche paesi di poca tradizione, segno che il tennis ha raggiunto ogni angolo del globo, anche a livello giovanile. Due grandi organizzazioni radunano i migliori tennisti sudamericani e asiatici, Cosat e Itf, mettendo a disposizione coach e risorse per poter fare esperienza in Europa. Un’ottima idea, peccato che fino a quando l’ultimo degli atleti di questi due gruppi non viene eliminato, tutti gli altri abbiano diritto all’ospitalità!

Piccoli e grandi sponsor intervengono per coprire le spese, tuttavia ogni anno diventa sempre più difficile trovare aiuti economici consistenti. La complessità odierna impone maggiore professionalità e attenzione, tutto è facilmente accessibile, e qualsiasi errore subito messo in risalto. Senza dubbio mezzo secolo fa chi si occupava del torneo non doveva preoccuparsi di così tanti aspetti, e l’esborso economico doveva essere risibile. Difficile fare un confronto, troppo diversi i periodi storici, e come venivano vissuti eventi del genere. Basti pensare che nel 1976 Ivan Lendl si presentò a Milano con un completo solo, e furono i soci dell’Ambrosiano a fargli gentil dono di un paio di magliette. Impensabile oggi una cosa del genere, con ragazzi già avvicinati da manager e aziende, con cui discutono molto presto di contratti e denaro vero.

In fondo L’Avvenire resta un torneo under 16, senza montepremi e pubblico pagante; eppure i costi continuano a lievitare, prezzo a cui non si può sfuggire se si desidera restare al vertice, e sperare di riempire l’albo d’oro di altre stelle nascenti, il cui nome viene impresso anno dopo anno sulla tradizionale maglietta, regalo che tutti i partecipanti sembrano gradire ogni volta.

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